IconPasseggiando e .... fotografando Le Pale di San Martino infuocate

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Dalla Casera Cavallera
Dalla Casera Cavallera vista sul sentiero 720
Il bivio per il bivacco
Il bivio per il bivacco
Guardando a valle
Giù degli Sforcelloni
Ci avviciniamo alla Scaleta
Ci avviciniamo alla Scaleta
La Croda Granda
La Croda Granda
Tra la notte e l'aurora dalla vetta della Croda Granda
Vista sulla pianura all'aurora
Legenda delle vette delle Pale
Aurora dalla Croda Granda
Nasce il sole sulle Pale di San Martino
Aurora sull'altopiano delle Pale
Fradusta e Cima Manstorna
Fradusta e Cima Manstorna
Focobon e Campido
Focobon e Campido

 

 

Al Bivacco Reali e alba dalla Croda Granda - 30-31 Luglio 2010


Difficoltà : EE
Dislivello : 1600m

Attrezzatura : x Alta montagna

La mappa della passeggiata - puoi richiederla scrivendomi

Le tracce GPS di questa escursione, in formato gpx e trc

Prati e pascoli in salita dopo il Bivacco Menegazzi
Prati e pascoli dopo il bivacco Menegazzi

30 e 31 luglio, un’esperienza alla Croda Granda, nella catena meridionale delle Pale di San Martino. Parto il venerdì pomeriggio alle 16,40 dalla località Faustin 1330m, poco sopra Sarasin. Il tempo non è buono. Poco prima di arrivare alla casera Cavallera 1679m comincia a piovere, e quindi comincio a bagnarmi e a inzuppare l’abbigliamento. Per arrivare qui si passa in mezzo ai pascoli e si perde la traccia del sentiero, si va avanti a vista. Da qui invece che tagliare per il bosco preferisco seguire la strada che avevo fatto ad Aprile con la neve. Passo quindi il bivacco Menegazzi dove c’è qualcuno che si sta scaldando con il caminetto.
Perdo il sentiero che sale verso i Vani Alti, ma poco importa, la via è di fronte a me, si va avanti a fiuto. Attorno ai 2000m trovo il bivio che porta da una parte al passo delle Mughe e quindi conduce in direzione del Rifugio Treviso (Tel 0439 62311) e dall'altra al sentiero che va ai Vani Alti e quindi al Bivacco Reali 2650m. Da notare che incrocio prima del bivacco due carcasse di pecore morte …….

La carcassa della pecora
Carcassa di una pecora ....

Proseguo a destra per i Vani Alti e il tempo sembra non passare mai. Per ora sono in tabella di marcia. Finalmente a 2350m arrivo in quella zona chiamata “La Scaleta”, per la caratteristica di essere una zona con passaggi di I° grado su roccia solida e caratterizzata da un altissimo numero di appigli. Questa zona si protrae per 100m, inizialmente con incedere facile e poi via via sempre più impegnativo. Alla fine si arriva all’ultimo caminetto di circa 5-10m in cui si sale quasi in verticale. Questo passaggio in discesa richiede di essere effettuato con schiena a valle. Fuori di questo passaggio si è ormai nel vallone dei Vani Alti a 2450m. Procedo con la speranza che non manchi molto perchè comincio ad essere stanco. Intanto è finito di piovere, e un cielo azzurro ha sostituito quello plumbeo della partenza.
Pecore e salita verso le scalette
Pecore e salita alla Scaleta

Continuo a salire e forse qui comincio a capire che non mi tornano i conti sul dislivello per arrivare al bivacco Reali. In effetti la carta Tabacco lo da’ a quota 2595, mentre è a 2650 m. Poca differenza, ma quando si è stanchi anche 50 m contano. E lo zaino è assai pesante. Esco alla fine dalla Forcella dei Vani alti e comincio la discesa verso il Bivacco Reali, che poco dopo appare. Di discesa sono circa 40m. Non c’è nessuno al Bivacco. A questo punto sono circa le 19,40. Lascio un po’ di oggetti al bivacco e vado a vedere com’è il sentiero per salire alla Croda Granda. Mai decisione fu più saggia.
L’indomani mattina sarei infatti salito in cima per vedere l’alba, e con il buio spesso della mattina, anche se con la frontale, a volte non si vedono le indicazioni anche più banali.

Sguardo alle Dolomiti Feltrine
Dolomiti Feltrine

Dal bivacco si scendono 50 m e poi si comincia la salita. Prima devo passare un canalone di neve. Impronte non ce ne sono, o meglio sono sate coperte da una recente nevicata. Passo pestando bene i piedi per marcare il passaggio. Fuori dalla neve dopo poco passo un ruscello d’acqua.
Buono anche questo per dissetarsi. Poco avanti c’è un altro nevaio, ma con mia somma gioia il sentiero, marcato con bolli verdi, vi passa proprio sopra. E’ un sentierino da fare con attenzione, su roccia salda.

Sass d'Ortiga e Vani Alti
Sass d'Ortiga e Vani Alti

Uscito da questo passaggio che fa deviare dal nevaio si prende a sinistra per tagliare un costone e quindi si sale verso destra, verso una forcella che porta sul versante est della Croda Granda. Qui si sale su ghiaino friabile e faccio fatica, anche per la presenza di neve suppongo fresca. Annaspando arrivo alla forcella. E’ tardi, ora sono sull’altro versante della Croda. Non vedo neve. Mi accontento qui. Salgo 20m, mi sporgo sul costone per fare qualche foto e scendo. Bene penso, il terreno per l’indomani è preparato e ora lo conosco.
La notte mi riserva una bellissima sorpresa. Dal bivacco si possono ammirare le luci della pianura. Sono così solo e isolato, ma così terribilmente vicino alla pianura. Il silenzio della montagna mi fa assaporare questi momenti, in cui sono spettatore privilegiato dell'effetto luminoso creato dalle nostre città.

Tramonto in gola
Tramonto in gola

L’indomani mattina mi prendo per tempo e mi sveglio alle 4,00. Verso le 4,20 parto con calma.
Per fortuna ho fatto le tacche nella neve. Ora è ghiacciata e senza ramponi si rischierebbe, ma posso comunque posare in modo sicuro il piede nel primo nevaio.
Avanzo e come volevasi dimostrare sbaglio l’attacco per evitare il secondo nevaio, perchè me lo trovo davanti ….. eh eh, guardo un po’ sopra e scorgo il sentiero con i bolli. Poco male, correggo la via. La salita procede bene senza ulteriori intoppi fino al passo e al cambio di versante. Qui, dopo i primi metri perdo subito il sentiero. Poco male mi dico, la direzione è quella che sale :-)

Altimetria e tempi della passeggiata solo per il primo giorno

16,47 --> 1320 m
17,00 --> 1445
17,15 --> 1595
17,30 --> 1645
17,45 --> 1760
18,00 --> 1880
18,15 --> 1995
18,30 --> 2130
18,45 --> 2255
19,00 --> 2350
19,15 --> 2445
19,30 --> 2535
19,45 --> 2640
20,00 --> 2585
20,15 --> 2575
20,30 --> 2670
20,45 --> 2645
21,00 --> 2520
21,15 --> 2580

max 2710 (+60m di differenza relativa)

Asc 1575 m
Dsc 315 m

E procedo in verticale e spostandomi un po’ verso destra. In realtà il sentiero continua a destra prima di salire. Arrivo sull’anticima e scorgo quindi il sentiero più sotto, pochi metri e correggo il tiro. Saranno le 5,30 quando arrivo in vetta. Comincio a prepararmi per lo spettacolo, è sinceramente un po’ freddino.

Sul libro di Vetta della Croda Granda 2849m trovo poche salite fatte quest’anno, e ciò mi sorprende, visto invece l’elevato numero di presenze al bivacco testimoniate dalle firme nel registro.
Rimango in vetta a godermi l’alba e l’atmosfera fin quasi le 7 e poi comincio la discesa. E’ una bellissima giornata con l’aria tersa.
Nella discesa troverò una sola persona, sui Vani Alti, con la quale ci scambiamo qualche parola. Poi più nessuno.
Molta attenzione sul passaggio delle scalette, dove nonostante l’ampia presenza di appigli la stanchezza può sempre riservare qualche sorpresa. Poi giù di corsa fino alla macchina.

Che dire ? Anche questa volta le Dolomiti e le Pale mi hanno appagato di tanta fatica. La Croda Granda si è rivelata una eccezionale terrazza panoramica su tutto il gruppo delle Pale, testimoniato dalle foto che ho ricavato e analizzato successivamente.

Un saluto e grazie per la visita

Il sole che nasce Sempre più sole Io e la madonnina



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