IconPasseggiando e .... fotografando Panorama di vetta

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Le passeggiate del 2010

Indice generale

Indice per zona geografica

Cliccando sulle fotografie esse si ingrandiranno
Particolare del sentiero
Una vista sul sentiero che porta in vetta
Lungo la cresta della Tofana - controsole

La Tofana di Mezzo
La Tofana di Mezzo e dietro quella Di Dentro

 

 

La Tofana di Rozes in due giorni - 8-9 Agosto 2010


Difficoltà : E
Dislivello : 1250m

Attrezzatura : Scarponi

La mappa della passeggiata - puoi richiederla scrivendomi

Il mio Blog !!!

La Tofana di Rozes
La Tofana di Rozes poco dopo la partenza dal Di Bona

Questa è la quarta volta che salgo alla Tofana di Rozes. La ritengo il 3000m più facile delle Dolomiti. Facile perchè non presenta difficoltà alpinistiche e per la presenza di un rifugio a metà salita partendo dal rif. Di Bona. Il rif. Giussani è un perfetto trampolino dai suoi 2580m, che assicura di arrivare in vetta con soli 650m di dislivello da fare.

L'unica difficoltà è rappresentata dall'altitudine: prima di metervi in cammino fate sempre un esame di coscenza e chiedetevi se sarete in grado di sopportare senza controindicazioni i 3200 della vetta.

Con mio figlio Stefano abbiamo seguito questo tragitto. Di seguito vi racconta la "sua salita alla Tofana di Rozes", scritta di suo pugno :-)

La Tofana di Mezzo
La Tofana di Mezzo

"Tutto iniziò a settembre 2009, avevo questo sogno:salire sulla Tofana di Rozes, ma non ci potemmo andare tanto presto, perché in vetta, e anche più in basso, potevamo incontrare neve. Non era per papà che mi preoccupavo ma per me: non avevo l'attrezzatura e l'esperienza adeguate. A giugno 2010 incominciammo a pensarci... il 3/4 Luglio? No, c'era ancora troppa neve. Il 9/10 di agosto fu la data fatidica.
Partimmo da casa verso le 11:30, alle 14:05 eravamo al Rif. di Bona 2000m.s.l.m. Mangiammo un panino e partimmo.
Papà aveva una caviglia martoriata a causa dell'allergia alla Lasonil; non sapeva di questa controindicazione: ancora tre settimane prima se l'era messa sulla caviglia per un dolore (leggero).

La salita
Si parte per la vetta

Si procurò così una irritazione fastidiosissima, con presenza di bolle d'acqua e sangue. Per questo papà decise di salire al suo passo  fino in forcella, per potersi liberare della scarpa appena possibile e lasciar respirare così la caviglia.
Così feci un bel pezzo di salita da solo...Alla  forcella lo trovai seduto su una roccia con la gamba orizzontale: acqua, cioccolata e ripartimmo per gli ultimissimi metri;  arrivammo insieme, al rifugio ci sistemammo nella stanza numero 6 e subito dopo fuori a far foto. Il tempo non era dei migliori, ma qualcosa si vedeva; un the caldo, cena (dentro al rifugio!). Durante la cena, fuori le nuvole avvolgevano il rifugio e pioveva. Una serata da lupi! Ma confidavamo nel bel tempo per il giorno dopo
(secondo giorno)

Lassù la vetta

Il giorno dopo ci svegliammo con calma parchè per la colazione dovevamo aspettare le 7:00. Dopo la colazione ci lavammo e poi partimmo: sentivo sempre più forte il desiderio di salire in vetta! Lungo il sentiero stavamo ben attenti a non perdere le tracce: eravamo i primi della giornata. Papà l'ultima volta è salito quando era tutto coperto dalla neve non si ricordava perfettamente il sentiero da seguire. Con un po' di difficoltà, in 2h.30min, siamo arrivati in vetta. C'erano nuvole e non si vedeva molto, ma uno dei miei sogni più grandi si era avverato! Ho già un sogno per l'anno prossimo: il mio secondo 3000, in Vezzana, sulle Pale di San Martino.
Al ritorno ci siamo fermati per mangiare al Giussani e siamo tornati all'auto per il ghiaione: sempre una bella soddisfazione saltare in mezzo ai sassi!!

Questa è un escursione che consiglio anche ai ragazzi come me, di grande soddisfazione e di non eccessiva difficoltà"
Vista sul Lagazuoi

 

Foto qui a sinistra: Piccolo e Grande Lagazuoi

Stefano e la vetta

La croce di Vetta

La vetta e il sole In discesa ... Finestra sulle vette Il Ghiaione

La cresta di vetta La discesa Dai ruderi sotto il rifugio Il ghiaione per il rifugio Giussani


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