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Coronelle e Cigolade

Il giorno più lungo, il giro del Catinaccio - 13 agosto 2008



La mappa della passeggiata - puoi richiederla scrivendomi

 


La giornata solare. Le Cime verso il Friuli

Quella che presento qui è la camminata più lunga che abbia fin'ora realizzato. Il progetto era vecchio, pensata nel 2007 e realizzata nel 2008.

Si tratta del giro interno del Gruppo del Catinaccio, che ora vi descriverò.

Partenza da Vigo di Fassa (1400m), alle ore 6,00, prendendo il sentiero 547. Questo sentiero lo conoscevo già, perchè l'anno scorso l'ho percorso due volte per recarmi al rifugio Roda di Vael (2280m). E' un sentiero che sale, a tratti anche con forti pendenze, lungo il corso del torrente Ruf de Vael. I primi minuti sono su strada asfaltata, ma poiche cambia e si sale sullo sterrato. Qui, dopo poco dalla partenza, è presente la salita con pendenza maggiore. Vi sono tre rampe con salita sui 45-50°, ove si stavano svolgendo dei lavori, penso sulle condutture di acqua. Verso la struttura dell'acquedotto si ritorna a pendenze normali, e si arriva a incrociare la strada bianca (percorribile in auto con autorizzazione) che porta alla malga e al rifugio di Vael.



Qui il sentiero taglia e si prosegue sempre lungo il corso del torrente. Dopo un breve tratto in falsopiano si attraversa il torrente, saltando sui sassi, e si ricomincia la salita lungo dei tornantini. Attenzione, qui il sentiero in un punto è franato, ed è necessario prendere delle scorciatoie per evitare il punto franato con un albero di traverso.

Qui alla fine dei tornantini si ripassa il torrente su un agevole ponticello in legno, e si arriva su dei prati che salgono su pendio facile.
Sorpassati anche questi prati si incrocia la strada bianca, e la si taglia con decisione per ritornare sul sentiero. Ancora una volta, dopo un tratto di sentiero facile, si passa il torrente, e qui ci si può un po' inzuppare nell'acqua. Breve tratto verso sinistra, quindi si sale a gomito verso destra e si sbuca sull'ultimo prato in salita prima della malga. Qui arrivo verso le 7,00, mantenendo un passo tranquillo perchè la giornata sarà molto lunga ed è bene risparmiare energie.



Alla malga tutto tace. Meglio, continuo diretto verso il rifugio. Si sale fino al falsopiano de la Mandra sulla strada bianca. Questo è un posto dove si possono facilmente vedere marmotte, anche se è ben frequentato. Passato il falsopiano si è ormai in dirittura del rifugio, che già si scorge. Quello della salita prima del rifugio è anche un bel posto per guardarsi in giro e gustarsi il panorama. Purtroppo in questa giornata ho avuto una non buona situazione meteo, poca luce e tante nuvole.

 

Arrivo al rifugio Roda di Vael verso le 7,30. Qui cerco notizie sulla qualità del sentiero che sale alla cima della Roda di Vael (2806m). Gentilmente il gestore mi risponde e mi da' tutte le info del caso.
Mi viene consigliato di salire alla Roda di Vael dal lato nord. Ma è più lungo, quindi decido di prenderlo dal sud. Per le mie capacità la decisione si rivela buona. Dal lato sud ci si inserisce in un canalone compreso fra la Torre Finestra e la Roda di Vael. Vi sono alcune corde ma piuttosto semplici, e una scaletta che non presenta difficoltà.


Le corde però sono vecchie e mal curate, su una lasciata senza capo corda mi ferisco. Azz...

Passata la scaletta il tratto attrezzato è concluso, ora si sale su pendio semplice. Arrivo e trovo solo i gracchi a farmi compagnia. Le nuvole sono ancora alte, almeno si riesce a guardarsi un po' in giro. Dopo la consueta pausa per godermi la cima riprendo la discesa per quella che è chiamata la ferrata della Roda.

La discesa dal lato nord in realtà non assomiglia tanto a una ferrata quanto a un sentiero attrezzato. In nessun punto ci si trova con un tratto di roccia verticale. Il sentiero è certamente esposto, ma sempre vi è la corda come punto di ancoraggio. Personalmente ho trovato questo tratto di sentiero attrezzato facile.


Conclusa la discesa, al passo Vaiolon seguo dapprima il sentiero 551 e subito prima di girare sulla destra prendo il sentiero 556 per il passo dei Mugoni. Ho scelto il passo dei Mugoni perchè sembrava accorciare la strada piuttosto che passare per le Cigolade.

Il passo era di fronte a me, e non dava l'idea di nascondere insidie. Proseguo quindi deciso e in poco tempo sono sulla sua sommità. In cima comincia a sorgermi qualche dubbio, ma vedo delle impronte e procedo affondando gli scarponi nella sabbia ........... ahi ahi ... la realtà è diversa. Non c'è più sentiero per la discesa. Tutto il canalone è pieno di terriccio franoso, neve ghiacciata/farinosa che non mi rassicura. Un vero casino. Con pazienza e attenzione riesco a scendere. Per fare i 200m del canalone ho impiegato 1ora ....... Sono ora le 12,00.

 

A questo punto sono in ritardo sulla tabella di marcia. Vado veloce verso il rifugio Vajolet (2248m), dove giungo poco dopo le 13,00. Questo è un crocevia che sembra una piazza di ncittà, da quanto affollato è. Buon motivo per mangiare veloce e via a passo Principe (2599m). Il sentiero dal Vajolet al passo Principe è facile, adatto anche a famigliole o per scampagnate leggere. Non piove, ma il tempo è brutto e tira parecchio vento e fa freddo.
Alle 13,40 sono a Passo Principe, poco dopo le 14 circa a passo Antermoia (2770m).

Ormai non si vede nulla. Sono poco sotto le nubi. Scendo dal passo per il sentiero 584, facile senza problema alcuno. Arrivo quindi nella Val d'Antermoia. Bellissimo vallonne inserito all'interno di questa zona selvaggia ove non vi è traccia d'uomo. Cammino, supero il vallone, mi si presenta un secondo vallone (e il tempo passa sono ormai le 15,00) e via ...... arrivo finalmente al lago d'Antermoia. Ero curioso di vederlo. Le nuvole gli sono quasi a pelo d'acqua, sembra di essere quasi al cospetto del mitico lago di Lockness.

 

Passo il lago e dopo poco sulla destra si incontra il rifugio d'Antermoia (2497m). Sono le 15,30.
Mi fermo e chiedo notizie al gestore sul sentiero delle scalette che dovrò affrontare e che mi preoccupa un po', vista anche l'ora.

Riparto per il sentiero 583, mi attendono ora 200m di salita fino al passo di Lausa (2700m). Con l'ansia dell'orario (sono in ritardo sulla tabella di marcia e non ho ancora avvertito casa) riparto per il passo che raggiungo in una ventina di minuti, incontrando alcune persone che mi rassicurano sul sentiero delle scalette. E' un peccato che la giornata sia pessima, continuo ad incontrare scenari che devono essere favolosi in mezzo a queste montagne, e soprattutto paesaggi che cambiano velocemente, ripide discese a cui seguono tranquilli valloni. Questo del giro al lago d'Antermoia è una via che assolutamente consiglio ..... purche abbiate un minimo di preparazione fisica.

 

Arrivo al sentiero delle scalette. E' un sentiero esposto, che richiede la massima attenzione, sufficientemente largo per una persona. Attenzione a non inciampare, altrimenti si vola, anche solo di pochi metri. Dopo un po' che scendo arrivo alle scalette. Cosa è questo passaggio ? Una ventina di metri di corda metallica e 5 scalini in ferro. Tutto molto semplice.

Si continua a scendere per il sentiero sempre con molta attenzione. Si arriva ai piedi della montagna e quindi si comincia la via Larsec, che è in falsopiano e permette di raggiungere il rifugio Gardeccia (1950m). Qui arrivo verso le 17,20.

A questo punto decido di scendere con il pulmino fino a Pera (1300m), e poi a piedi tornerò a Vigo. Così faccio. L'alternativa sarebbe stata quella di andare a Ciampedie, ove però non sarei stato sicuro di arrivare in orario per l'ultima corsa della funivia. Stavo rischiando di arrivare a casa troppo tardi ......
Sono a Pera alle 17,40 e a piedi proseguo per Vigo (1400 m), ove arrivo alle 18,15.

E' stata una giornata memorabile, con un percorso in salita di 2460m e circa 1800 di discesa, ho attraversato uno dei gruppi più belli delle dolomiti, anche se non ho potuto godermelo appieno .... e le gambe hanno tenuto benissimo fino alla fine.

Alla prossima !



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