Altimetria e tempi della passeggiata. A questa altimetria sono da aggiungere 80m, differenza per una pressione baometrica alta
7,34 --> 1325m
7,45 --> 1410m
8,00 --> 1545m
8,15 --> 1695m
8,30 --> 1830m
8,45 --> 1930m
9,00 --> 1995m
9,15 --> 2075m
9,30 --> 2105m
9,45 --> 2210m
10,00 --> 2310m
10,15 --> 2365m
10,30 --> 2460m
10,45 --> 2505m
11,00 --> 2610m
11,15 --> 2585m
11,30 --> 2580m
11,45 --> 2615m
12,00 --> 2715m
12,15 --> 2770m
12,30 --> 2850m
12,45 --> 2165m
13,00 --> 2955m
13,15 --> 3025m
13,30 --> 3015m
13,45 --> 2900m
14,00 --> 2850m
14,15 --> 2850m
14,30 --> 2845m
14,45 --> 2780m
14,50 --> 2700m
15,00 --> 2620
15,15 --> 2515
15,30 --> 2395
15,45 --> 2230
16,00 --> 2135
16,15 --> 1995
16,30 --> 1885
16,45 --> 1785
17,00 --> 1725
17,15 --> 1670
........ mancanti
max 3050
min 1325
asc 1840
dsc 1490
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Il sentiero si vede solo a tratti, e in realtà era utile continuare in quota fino a dove si incrocia il canalone delle Farangole e quindi mi sarei dovuto tenere sotto alle successive roccette per sbucare fuori in vista del ghiacciaio delle Zirocole. Invece mi sono portato in valle e sono quindi risalito. Il sentiero è completamente mancante, molto probabilmente spazzato via da frane e dall'azione del ghiaccio. In questa zona si va molto a "fiuto". Sulla sommità del primo canalone, prima del ghiacciaio, si ritrova qualche traccia di sentiero, che poi velocemente si perde. Poco male .... qui si tratta di andare avanti sulla sassaia e quindi risalire sullo spiazzo che va in direzione del passo dei Bureloni. L'avanzare è piuttosto difficoltoso, per la presenza di massi che costringono a saltare all'uno all'altro, senza dare un solido e fermo appoggio.
Altro sbalzo e arrivo al passo dei Bureloni, poco sotto quota 3000m. Qui trovo il passaggio più delicato, perchè si tratta di salire su' per un canalino che porta su uno spiazzo sotto all'ultimo tratto di salita. Per accedere al calino di salita, che risulta in parte ghiacciato, si deve passare all'esterno di un masso posto quasi sopra al burrone. C'è lo spazio per appoggiare i piedi e tenere il corpo in verticale, ma non di più.
Bene, passato anche questo ormai si va via abbastanza veloci, passando accanto a qualche dirupo, e arrivo in vetta con grande soddisfazione.
C'è un andirivieni di nuvole incredibile, e la foto qui sopra in testa alla pagina ne è un esempio.
Mi godo la vetta e rientro. Al passo dei Bureloni, in posizione quindi tranquilla e riparata Corrado, da quel grande cerimoniere che è, prepara un ottimo tè e il vin brulè con il fornellino da campo.
Cominciamo la discesa, che sarà lunga ....... percorriamo il tratto fatto in salita e quindi cominciamo a percorrere la Val Grande nel più grande deserto. Solo qualche camoscio ci fa compagnia .... ma in lontananza. E' una zona davvero poco frequentata, dista parecchio verso qualsiasi direzione. Si va molto in falsopiano o con pendenze leggere, per cui dislivello se ne fa poco.
Dobbiamo arrivare all'incrocio con la Val Strut, ove prenderemo il sentiero che taglia giù verso la Val delle Comelle. Questo sentiero, che sulla carta è segnato come tracce, è piuttosto attrezzato. Già subito in partenza si trovano delle corde, e anche più giù vi saranno tratti attrezzati. Il sentiero è mediamente esposto. Lo consiglio solo ad alpinisti collaudati.
Percorso anche questo sentiero entriamo nel famosissimo sentiero delle Comelle. Subito incontriamo un passaggio con due abbondanti tratti di corde. Passiamo anche questo e ora ci aspetta il monotono e lungo attraversamento del sentiero delle Comelle.
Alla fine della valle cominciamo a entrare in quello che è l'orrido delle Comelle. Il torrente scorre sotto i sassi e sbuca fuori nella discesa dopo la valle. L'ambiente è selvaggio e buio, ricco di corde e con alcune scalette e un paio di ponticelli in ferro.
Comincio ad essere nauseato da scalette e corde, non ne avevo mai visto una così alta densità. Non che fossero difficili, ma mi rendono sempre un po' nervoso.
Passiamo anche questa serie di passaggi e usciamo sotto alle cascate dell'orrido, fragorosissime.
Continuiamo sul sentiero 704, e dopo circa 30 minuti arriviamo alla macchina a Gares.
Che dire, un giro molto lungo ma ricco di motivi di ammirazione e soddisfazione. Ci vuole un buon allenamento, ma lo consiglio !
Alla prossima ...... al monte Pelf |