PASSEGGIANDO
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La pagina delle passeggiate 2008

Indice generale

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Altre escursioni in questa zona




nel bosco
L'inizio, nella valle di gares
Nel bosco
Nel bosco
Sentiero 756
Sentiero 756, nelle carte è 755

Lasciamo la valle di Gares
Banca delle Fede
Banca delle Fede

Camp dei Campidei
Camp dei Campidei

Farangole

Passo Rolle dalla cima
Val delle Comelle
Valle delle Comelle
Attraversamento con corde
L'orrido delle Comelle

Passo dei Bureloni, 2950m
 
 
 

 

La valle di San Vito, e il Sorapiss in primo piano

Alla Cima dei Bureloni per il passo delle Fede - 25 agosto 2008


In testa, la Cima Vezzana

La mappa della passeggiata - puoi richiederla scrivendomi

 



Eccomi a presentarvi uno dei miei giri più interessanti, per lunghezza complessiva e varietà di panorami.

Come teatro della "scarpinata" abbiamo scelto le Pale di San Martino, uno dei gruppi che più mi piacciono. Partenza da GARES, abbiamo preso il sentiero 754 e poi quasi subito il 755/756, fino al Passo delle Fede. Da qui verso la cima e quindi discesa per il sentiero 703 e quindi ritorno a Gares per il sentiero delle Comelle 704.


A quota 2000

Partenza di buona mattina, alle 7,30 dalla piazzetta di Gares. L'inizio del sentiero è comune a quello che porta a Malga della Stia, dopo poco nel bosco si devia per la Banca delle Fede.

Qui si è in mezzo al bosco, con una salita piuttosto ripida ...... almeno si sta al fresco !

Il sentiero prende un giro piuttosto strano, per cui più volte con l'amico Corrado ci stavamo chiedendo dove ci stessimo dirigendo. Le indicazioni però erano abbastanze chiare e inequivocabili. Un fatto comunque è sicuro, il sentiero non è di quelli più battuti, anzi, per nulla. In tutto il percorso fino al sentiero delle Farangole non abbiamo trovato nessuno.

Banca delle Fede
Banca delle Fede

Ad un certo punto ci siamo trovati sopra alla Malga della Stia, direzione ovest, e a fatica abbiamo trovato il sentiero, che proprio lì presenta una corda per superare un tratto che presenta una difficoltà. Questo è il tratto di sentiero che si raccorda poprio alla malga della Stia attraverso il sentiero chiamato 755bis.

Continuando per la nostra via dopo una quindicina di minuti abbiamo cominciato a percorrere zone senza alberi, chiaro segnale che eravamo arrivati a quota 2000m.


Banca delle Fede

Ormai procediamo in direzione ovest decisi, e comincio a capire meglio come si articola il sentiero. Stiamo entrando in una zona decisamente selvaggia, fuori della portata della maggior parte dei caminatori e soprattutto ove non vi sono rifugi !

Passato anche Driopare, entriamo nella Val di Col, ove il sentiero presenta alcune corde ma di nessuna difficoltà. Abbiamo decisamente lasciato la valle di Gares, finalmente, e cominciamo a guardarci intorno. Ne vale la pena.

 


Il tempo è bello, ma cominciano ad arrivare nubi ...... speriamo bene. In zona, in uno spiazzo anomalo per quell'ambiente, troviamo qualche marmotta guardinga, che velocemente si nasconde al nostro arrivo.
Ma il Camp dei Campidei, che troviamo dopo, è qualcosa di veramente particolare, specialmente in questo momento in cui passiamo noi, contornato da nubi che creano una atmosfera veramente speciale. Questo cuneo si innalza al'improvvso in una piccola radura, nel mezzo di altre stupende vette come il Focobon e lascia a bocca aperta.

 


Passo delle Fede

A questo punto siamo nei pressi della Banca delle Fede. Ultimo strappo di 150m circa ...... e ci siamo. Da qui inizia il tratto in costa alla montagna, in parte attrezzato con corde. Qui, passando proprio sotto alla montagna, è consigliato il caschetto per sicurezza contro la caduta di piccoli sassi. Da qui si domina questa zona delle Pale, che è quella interna più a nord, contornata dal Focobon e con la cime dei Bureloni e le Zirocole a portata di dito.

Qui non capisco bene come si dirama il sentiero e giunto circa nell'angolo della vallata, laddove il sentiero gira a sinistra decido di scendere a valle su suggerimento di due alpinisti che trovo.

 

Altimetria e tempi della passeggiata. A questa altimetria sono da aggiungere 80m, differenza per una pressione baometrica alta

7,34 --> 1325m
7,45 --> 1410m
8,00 --> 1545m
8,15 --> 1695m
8,30 --> 1830m
8,45 --> 1930m
9,00 --> 1995m
9,15 --> 2075m
9,30 --> 2105m
9,45 --> 2210m
10,00 --> 2310m
10,15 --> 2365m
10,30 --> 2460m
10,45 --> 2505m
11,00 --> 2610m
11,15 --> 2585m
11,30 --> 2580m
11,45 --> 2615m
12,00 --> 2715m
12,15 --> 2770m
12,30 --> 2850m
12,45 --> 2165m
13,00 --> 2955m
13,15 --> 3025m
13,30 --> 3015m
13,45 --> 2900m
14,00 --> 2850m
14,15 --> 2850m
14,30 --> 2845m
14,45 --> 2780m
14,50 --> 2700m
15,00 --> 2620
15,15 --> 2515
15,30 --> 2395
15,45 --> 2230
16,00 --> 2135
16,15 --> 1995
16,30 --> 1885
16,45 --> 1785
17,00 --> 1725
17,15 --> 1670
........ mancanti
max 3050
min 1325
asc 1840
dsc 1490

 

Il sentiero si vede solo a tratti, e in realtà era utile continuare in quota fino a dove si incrocia il canalone delle Farangole e quindi mi sarei dovuto tenere sotto alle successive roccette per sbucare fuori in vista del ghiacciaio delle Zirocole. Invece mi sono portato in valle e sono quindi risalito. Il sentiero è completamente mancante, molto probabilmente spazzato via da frane e dall'azione del ghiaccio. In questa zona si va molto a "fiuto". Sulla sommità del primo canalone, prima del ghiacciaio, si ritrova qualche traccia di sentiero, che poi velocemente si perde. Poco male .... qui si tratta di andare avanti sulla sassaia e quindi risalire sullo spiazzo che va in direzione del passo dei Bureloni. L'avanzare è piuttosto difficoltoso, per la presenza di massi che costringono a saltare all'uno all'altro, senza dare un solido e fermo appoggio.

Altro sbalzo e arrivo al passo dei Bureloni, poco sotto quota 3000m. Qui trovo il passaggio più delicato, perchè si tratta di salire su' per un canalino che porta su uno spiazzo sotto all'ultimo tratto di salita. Per accedere al calino di salita, che risulta in parte ghiacciato, si deve passare all'esterno di un masso posto quasi sopra al burrone. C'è lo spazio per appoggiare i piedi e tenere il corpo in verticale, ma non di più.

Bene, passato anche questo ormai si va via abbastanza veloci, passando accanto a qualche dirupo, e arrivo in vetta con grande soddisfazione.

C'è un andirivieni di nuvole incredibile, e la foto qui sopra in testa alla pagina ne è un esempio.

Mi godo la vetta e rientro. Al passo dei Bureloni, in posizione quindi tranquilla e riparata Corrado, da quel grande cerimoniere che è, prepara un ottimo tè e il vin brulè con il fornellino da campo.

Cominciamo la discesa, che sarà lunga ....... percorriamo il tratto fatto in salita e quindi cominciamo a percorrere la Val Grande nel più grande deserto. Solo qualche camoscio ci fa compagnia .... ma in lontananza. E' una zona davvero poco frequentata, dista parecchio verso qualsiasi direzione. Si va molto in falsopiano o con pendenze leggere, per cui dislivello se ne fa poco.
Dobbiamo arrivare all'incrocio con la Val Strut, ove prenderemo il sentiero che taglia giù verso la Val delle Comelle. Questo sentiero, che sulla carta è segnato come tracce, è piuttosto attrezzato. Già subito in partenza si trovano delle corde, e anche più giù vi saranno tratti attrezzati. Il sentiero è mediamente esposto. Lo consiglio solo ad alpinisti collaudati.

Percorso anche questo sentiero entriamo nel famosissimo sentiero delle Comelle. Subito incontriamo un passaggio con due abbondanti tratti di corde. Passiamo anche questo e ora ci aspetta il monotono e lungo attraversamento del sentiero delle Comelle.
Alla fine della valle cominciamo a entrare in quello che è l'orrido delle Comelle. Il torrente scorre sotto i sassi e sbuca fuori nella discesa dopo la valle. L'ambiente è selvaggio e buio, ricco di corde e con alcune scalette e un paio di ponticelli in ferro.
Comincio ad essere nauseato da scalette e corde, non ne avevo mai visto una così alta densità. Non che fossero difficili, ma mi rendono sempre un po' nervoso.

Passiamo anche questa serie di passaggi e usciamo sotto alle cascate dell'orrido, fragorosissime.
Continuiamo sul sentiero 704, e dopo circa 30 minuti arriviamo alla macchina a Gares.

Che dire, un giro molto lungo ma ricco di motivi di ammirazione e soddisfazione. Ci vuole un buon allenamento, ma lo consiglio !

Alla prossima ...... al monte Pelf



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