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Il rifugio Coldai in notturna |
Un bel giorno di marzo ho pensato di organizzare l'ascesa sul Civetta per il 20-21 luglio. Un po' di anticipo per riuscire a pinificare (per tutti) questa due giorni.
Il piano era di andare il venerdì al Rifugio Coldai (Tel. 0437 789160) e da lì partire il sabato per la cima. Così è stato. Partenza e arrivo al Palafavera verso le 18,45. Zaino in spalla e su al Coldai per la mulattiera fino alla malga Pioda (1816m), seguendo la strada bianca 564 e quindi prendendo il sentiero 556 fino al Rifugio Coldai a 2132m. |

La cima Coldai all'alba
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Siamo arrivati al Coldai verso le 20,00 e qui abbiamo cenato.
All'indomani sveglia alle 6,00 per una partenza alle 7,00. Qui a fianco sono presenti alcune foto che illustrano l'alba vista dal Rifugio Sonnino al Coldai. In particolare qui a fianco si vedono l'alba sul Monte Coldai e uno scorcio sul Civetta e per finire alcune sfumature dell'alba sul versante nord del pelmo
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Pecol vista dal Rifugio Coldai
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Il percorso che qui descrivo è quello che per raggiungere la vetta del Civetta segue il sentiero 557 Tivan fino al ghiaione. Questo sentiero è conosciuto anche come "via normale".
E' una via normale comunque atipica.
La via per arrivare alla ferrata Alleghesi o all'inizio della normale dal ghiaione è piuttosto lunga. Dal ghiaione al rifugio Coldai la percorrenza data è di 1h30'. In questo periodo ci si alza appena di 200m. |

Forcella Coldai e l'inizio del sentiero 557
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Qui a fianco sulla sinistra sono presenti due foto che presentano il primissimo tratto di sentiero e la vista sul Coldai.
Vi si trovano due lunghe corde metalliche, di cui la foto del primo tratto della prima corda è presente qui sotto a sinistra. Nulla di difficile per chi è avezzo a frequentare la montagna. Tra un sali e scendi continuo e, come scritto piuttosto lungo, ci siamo portati all'inizio del ghiaione che abbiamo trovato parzialmente innevato, di cui è presente una foto qui sotto a sinistra. |

Il ghiaione e il suo nevaio |
Il ghiaione alla normale al Civetta è alquanto scorbutico. Sassolini piccoli, terriccio nudo, tutto per complicare la salita. Poco più di 100 m di dislivello dove qualcuno ha perso per strada i polmoni !!!
Il ghiaione aveva quando siamo passati anche una parte innevata ..... l'abbiamo poi utilizzata in discesa quando il ghiaione non si prestava più per una discesa sciolta e in corsa.
Qui a lato il nevaio del ghiaione
con vista verso l'alto
Si giunge così alla fine del ghiaione, dove ha inizio un tratto obliquo di roccia ove è presente una corda di sicurezza. Qui a fianco c'è una foto rappresentativa. |

Il Ghiaione
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Un parere personale a questo punto: l'ascesa anche per la normale è fattibilissima per i più, però sempre con condizioni meteorologiche buone. Con pioggia o umido la roccia può diventare estremamente scivolosa, e non augurerei a nessuno di trovarsi in questo frangente sulla via.
Il tratto di roccia dove è stesa la seconda corda |

Il passo del tenente |
Subito dopo si sale per un tratto di sentiero circa 10 minuti e si trova la seconda corda. E' un po' più impegnativa della prima e certamente tesa su un tratto di roccia quasi verticale.
Praticamente subito dopo si trova il famoso Passo del Tenente. Un passaggio abbastanza anonimo se non fosse per quella targa qui di fianco ritratta. Si passa bassi per poi uscire su un secondo tratto con tubo in ferro sul quale assicurarsi. |

Il tratto in uscita dal passo del tenente |
A seguire si trova un passaggio con alcuni gradini, e ci si porta così nel lungo tratto di roccia e corde che conduce al rifugio Torrani (2984 m).
Gli scalini che seguono il
Passo del Tenente
In questa successiva zona abbiamo trovato qualche torrente di buona acqua per dissetarci. |
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Lascio alle fotografie qui a fianco la descrizione del posto.
Comunque le corde di sicurezza continuano, e solo in pochi tratti si interrompono, praticamente da quota 2800. Qui a fianco si notano alcuni particolari di queste corde metalliche presenti nella via. |

Ci avviciniamo al Rifugio Torrani |
A questo punto non siamo molto distanti dal Torrani, che si materializza dapprima con una staccionata e poi con la sua presenza, di profilo molto basso come si può vedere qui di fianco.
A questo punto non è ancora finita. Mancano 250 m circa per arrivare in cima
Il rifugio Torrani, posto a 2984 m |

Laggiù Van delle Nevere |
Già dal Torrani la vista è da mozzafiato. Peccato che la giornata non sia delle migliori per la presenza di abbondante foschia.
Si riprende verso il Civetta. Il sentiero è pieno di sassi, piccoli salti e tutto quanto possa complicare la salita alla meta finale. Verso mezzogiorno arriviamo in cima, stanchi certamente, ma molto contenti. |

Alleghe, vista dalla cima |
La discesa procederà senza problemi ...... è però molto lunga. Dalla vetta scenderemo infatti fino al Palafavera, 1700 m più sotto ma molto distante poichè il sentiero come precedentemente scritto scorre molto in falsopiano sotto al Civetta.
La vetta del Civetta
Una bellissima escursione, con grandi soddisfazioni . Da consigliare se si è avezzi all'alta montagna |