
Il nuovo Calendario
Dolomiti 2011.
Eccone un'anteprima !
Indice generale
Indice per zona geografica
Cliccando sulle fotografie esse si ingrandiranno
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Una vista sul sentiero che porta in vetta
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La Tofana di Mezzo e dietro quella Di Dentro
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La Tofana di Rozes in due giorni - 8-9 Agosto 2010
Difficoltà : E
Dislivello : 1250m
Attrezzatura : Scarponi
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La mappa della passeggiata - puoi richiederla scrivendomi |
Il mio Blog !!! |

La Tofana di Rozes poco dopo la partenza dal Di Bona
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Questa è la quarta volta che salgo alla Tofana di Rozes. La ritengo il 3000m più facile delle Dolomiti. Facile perchè non presenta difficoltà alpinistiche e per la presenza di un rifugio a metà salita partendo dal rif. Di Bona. Il rif. Giussani è un perfetto trampolino dai suoi 2580m, che assicura di arrivare in vetta con soli 650m di dislivello da fare.
L'unica difficoltà è rappresentata dall'altitudine: prima di metervi in cammino fate sempre un esame di coscenza e chiedetevi se sarete in grado di sopportare senza controindicazioni i 3200 della vetta.
Con mio figlio Stefano abbiamo seguito questo tragitto. Di seguito vi racconta la "sua salita alla Tofana di Rozes", scritta di suo pugno :-) |

La Tofana di Mezzo
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"Tutto iniziò a settembre 2009, avevo questo sogno:salire sulla Tofana di Rozes, ma non ci potemmo andare tanto presto, perché in vetta, e anche più in basso, potevamo incontrare neve. Non era per papà che mi preoccupavo ma per me: non avevo l'attrezzatura e l'esperienza adeguate. A giugno 2010 incominciammo a pensarci... il 3/4 Luglio?
No, c'era ancora troppa neve. Il 9/10 di agosto fu la data fatidica.
Partimmo da casa verso le 11:30, alle 14:05 eravamo al Rif. di Bona 2000m.s.l.m. Mangiammo un panino e partimmo.
Papà aveva una caviglia martoriata a causa dell'allergia alla Lasonil; non sapeva di questa controindicazione: ancora tre settimane prima se l'era messa sulla caviglia per un dolore (leggero). |
Si parte per la vetta
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Si procurò così una irritazione fastidiosissima, con presenza di bolle d'acqua e sangue. Per questo papà decise di salire al suo passo fino in forcella, per potersi liberare della scarpa appena possibile e lasciar respirare così la caviglia.
Così feci un bel pezzo di salita da solo...Alla forcella lo trovai seduto su una roccia con la gamba orizzontale: acqua, cioccolata e ripartimmo per gli ultimissimi metri; arrivammo insieme, al rifugio ci sistemammo nella stanza numero 6 e subito dopo fuori a far foto. Il tempo non era dei migliori, ma qualcosa si vedeva; un the caldo, cena (dentro al rifugio!). Durante la cena, fuori le nuvole avvolgevano il rifugio e pioveva. Una serata da lupi! Ma confidavamo nel bel tempo per il giorno dopo
(secondo giorno) |
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Il giorno dopo ci svegliammo con calma parchè per la colazione dovevamo aspettare le 7:00. Dopo la colazione ci lavammo e poi partimmo: sentivo sempre più forte il desiderio di salire in vetta! Lungo il sentiero stavamo ben attenti a non perdere le tracce: eravamo i primi della giornata. Papà l'ultima volta è salito quando era tutto coperto dalla neve non si ricordava perfettamente il sentiero da seguire. Con un po' di difficoltà, in 2h.30min, siamo arrivati in vetta. C'erano nuvole e non si vedeva molto, ma uno dei miei sogni più grandi si era avverato! Ho già un sogno per l'anno prossimo: il mio secondo 3000, in Vezzana, sulle Pale di San Martino.
Al ritorno ci siamo fermati per mangiare al Giussani e siamo tornati all'auto per il ghiaione: sempre una bella soddisfazione saltare in mezzo ai sassi!!
Questa è un escursione che consiglio anche ai ragazzi come me, di grande soddisfazione e di non eccessiva difficoltà" |
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Foto qui a sinistra: Piccolo e Grande Lagazuoi |

La croce di Vetta
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La cresta di vetta |
La discesa |
Dai ruderi sotto il rifugio |
Il ghiaione per il rifugio Giussani |
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